Wednesday 19 January 2011

nono post: Karma. e poi pensieri. e parole. e cazzate.

E' parecchio tempo che regolo la mia vita secondo la regola del karma. Fin'ora ne ho soltanto sentito parlare, ma ora vado a scrivere »karma wiki« su google.
Cosa ne viene fuori?
Karma è un termine d'uso nelle lingue occidentali come forma nominativa del termine sanscrito Kárman (sostantivo neutro; devanāgarī: कर्म; traducibile come "atto", "azione", "compito", "obbligo"; inteso nei Veda come "atto religioso", "rito") che indica presso le religioni e le filosofie religiose indiane, o originarie dell'India, per lo più il principio di "causa-effetto", un principio di concatenazione secondo il quale ogni azione provoca una reazione, vincolando, per alcune di esse, gli esseri senzienti al saṃsāra (il ciclo di morti e rinascite).
Bene, allora non e' che basavo la mia vita su una cosa sentita da Dean e magari non era neppure vera. E' proprio lui che mi ha convinto che questa cosa potrebbe esistere. Sapete bene che sono scettico riguardo a cose simili, essendo ateo e comunque basando i miei credo su cose scientificamente provate e riprovate.
Allora gli ho dato un periodo di prova e ci ho riflettuto parecchio su come, forse, abbia gia’ agito nella mia vita. Ora, siccome non ricordo molto della mia infanzia e nemmeno di cosa ho fatto l’altro ieri, e’ difficile spiegare come mi son convinto che questo “karma” funzioni davvero. Ma oggigiorno baso molte delle mie decisioni su questa teoria dell’azione-reazione, ovvero se fai qualcosa di bene ti succederanno buone cose mentre se fai il bastardo sfruttatore ti crollera’ il mondo addosso. L’ultimo esempio e’ successo proprio oggi, quando, dopo un esame, siamo andati a bere qualcosa con i compagni di classe. Siccome io tardavo un po’ ho dovuto ordinare solo per me e quindi ho ricevuto un conto solo per me. E siccome la tavola era parecchio piena nemmeno si notava il mio bicchiere ormai vuoto e il conto vicino ad esso.
Allora uno dei compagni di classe mi disse di provare a non pagare, siccome avevo chiamato un paio di volte la cameriera ma non mi cagava affatto. Ma non volevo farlo. Seppure il conto era di solo un eruo non volevo fare una cosa del genere. Come mai? Karma.
Ultimamente ho avuto tante di quelle botte di culo che ho paura che prima o poi il Karma mi presentera’ il conto. Dopotutto da una parte da e dall’altra prende, in modo da tenere sempre un’equlibrio. E siccome ultimamente all’universita’ mi va alla grande (per esempio danno degli esami A e B e ricevo proprio quello, in cui ci sono le domande di cui conosco la risposta), un “problema” che avrei dovuto avere causa immonde stupidita’ da parte mia si e’ gentilmente scansato dai maroni e la salute e’ sempre stata buona, ho paura che il fatto che la mia vita sentimentale vada a p’ttane (leggi “in rovina”) non basti piu’ per equilibrare le cose. Spero solo che non succeda qualcosa di grave a me, alla mia famiglia o ai miei amici (voglio sottolineare che non e’ in ordine di importanza, cioe’ non piazzo me al primo posto, e’ solo che mi sembrava che la frase suonasse meglio).
Tornando ai miei vaghi ricordi di come conobbi il Karma, rimembro che Dean mi insegno’ con parecchi esempi della sua vita come questo dovesse funzionare. Ma non capisco perche’ ogni volta mi sembrava che il Karma fosse in debito (e di parecchio) con lui. Dopo parecchi anni in cui non si e’ mosso niente credo che dovrebbe provare a giocare alla lotteria, cosi’ vince qualche milione. E poi diciamoci la verita’: dire che credi nel Karma fa figo. Nessuno sa cosa sia ma suona bene. Per esempio quando incontri una ragazza in discoteca ed esci con lei a parlare, quando le tieni i capelli mentre vomita fa figo dire che credi nel Karma. E’ come dire che sei vegan. Ti rende automaticamente una persona migliore (tratto dal film “Scott Pilgrim vs. The World”).
Tratto da wiki: il termine veganismo (più raramente detto vegetalianismo) indica una dieta e uno stile di vita che esclude l'uso di prodotti di origine animale come cibo e per qualsiasi altro scopo.[1] Gli aderenti (detti vegani o, con prestito dalla lingua inglese, vegan) rifiutano quindi non solo di nutrirsi di carne e pesce, come i vegetariani, ma anche di latte, latticini, uova e derivati, nonché di acquistare e usare prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfruttamento diretto di animali.
Cristo che montagna di cagate. E' solo una moda inventata dall'aristocrazia e portata avanti dall’alta borghesia (che tanto si imitano l’un l’altra) per richiamare attenzione, essere alla moda, fare FINTA di fregarsene degli animali a sto pianeta e in qualche modo fare dei soldi. Come? Beh facile. Ciao, sono Valter (:D) e sono vegan. Ho deciso di raccogliere fondi per la liberalizzazione della mucca in Svezia e vorrei fungere da uomo-immagine. I suoi vicini di casa, i signori Simpson, Griffin, Palmer e Woods (fate finta che siano delle famiglie che vivono in quelle villone tipo in californa...si, proprio quelle che vedi alla tv. Bravo/a) hanno gia’ firmato la petizione e hanno donato alla fondazione una miriade di soldi. E lei no nvuole essere a meno vero?
E’ facile, credetemi. Poi vedi che l’alta borghesia e’ collegata alla bassa borghesia. Si, proprio a quelle famiglie con una moglie tessitrice e il marito operaio. Una di quelle famiglie che vogliono sembrare chissa’ chi, ma che prendono un mutuo per andare in vacanza. Una di quelle famiglie comandate dalla tv e dalla moda (non solo come vestiari, ma come trend... come spiegarmi... da quello che la gente fa. Una famiglia di capre). Tristi come famiglia. Tristissimi. E poi riflettono queste loro ossessioni sui propri figli. E poi abbiamo quello che abbiamo come gioventu’. Il piu’ grande esempio che abbia mai visto di caprismo era a maggio 2010, quando a Lubiana si manifestava contro la legge “Malo delo”, che limita le ore di lavoro e abbassa il massimo che uno studente puo’ guadagnare in un anno. Bene, a quella manifestazione parteciparono in maggior parte alunni della terza e quarta superiore di tutta la Slovenia, che spinti da alcol e gente che gridava dal palco fecero un casino per tutta Lubiana (gettarono anche dei sassi contro il parlamento). Quando andai in centro per incontrare Dean vidi che razza di “ribelli” c’erano li in mezzo. Ora, non voglio generalizzare, ma ho visto a pacchi di ragazzini con capi firmati che io non penserei mai di comprare per via dei prezzi esorbitanti, che vanno a protestare contro una legge che in teoria toglie del denaro a loro. C’e’ cosi’ una mancanza di logica in tutto cio’ che mi da fastidio pensarci a cosa commentare. Ma porca vacca. No, lascio stare che poi mi innervosisco. Ma avete capito come funziona. Propaganda falsa (dicevano che le ore di lavoro erano limitate a un tot a settimana, invece il limite era imposto per tutto l’anno e quel numero di ore alla settimana era il numero delle ore per un anno diviso per 52-il numero di settimane in un anno), offri alcol e una giornata d’assenza giustificata a scuola GRATIS, e poi e’ ovvio che ti daranno ascolto. MA CAZZO, in un momento c’era uno che sul palco diceva di venire da cuba e gridava “hasta la victoria siempre, hasta la victoria siempre, revolucion, revolucion!”. Era di Lubiana -.-‘ . Il che la dice lunga su cosa si poteva pensare l’unico che in mezzo a quella folla andava in giro sobrio. Si, ero io. E’ raro? Beh, fate conto che mentre sti gran rivoluzionari distruggevano il parlamento io ero a lezione. Mi sa che questo la dice lunga.

Boh per ora basta, continuero’ con temi blasfemi e con qualche anno di ritardo nel prossimo post. Per ora statemi bene.

Baronce out.

Monday 17 January 2011

ottavo post: pensieri confusi

Beh, dove cominciare…
E' un anno che non scrivo niente. Sara' perche' avevo con chi parlare tutto questo tempo? Sara' perche' non e' che tutti mi scrivevano perche' volevano leggere un nuovo post? Sara' perche' evidentemente ogni 8-12 mesi ho una crisi mistica?
Non lo so. Fatto sta che e' da una decina di giorni che volevo scrivere qualcosa.
In quasi un anno son successe parecchie cose… anche troppe. Dopo maggio scorso ho lavorato come un pazzo tutta l'estate senza godermela per niente, son riuscito a farmi gentilmente restituire la patente alla modica cifra di 21€/ora e son riuscito a pagare le riparazioni alla moto. E ce ne voleva. Parecchio. Troppo.
Quando scrivo ho sempre l'impressione di parlare con un'amica (anonima), quindi evito sempre di parlare di moto, auto o universita'… ma allora di che parlo? Ah si, di ragazze.
Eh, le mule. Ci son parecchie frasi filosofiche dedicate alle donne. Dalla semplice »non puoi vivere ne con loro ne senza di loro« alle piu' delicate (e qui cito L.Kandus) »ciapila e žbreghila«. In questo periodo ho conosciuto (anzi, ri-ri-ri-conosciuto) una ragazza che mi ha parecchio stravolto i piani fatti per quest'anno, e non c'era nessuna di queste frasi che la potesse descrivere. C'erano periodi che mi sarei dedicato solo a lei, ma purtroppo o per fortuna non era possibile, siccome la faccenda ha avuto un esito negativo (almeno per quanto mi riguarda). In qualche modo mi ha catturato con la sua bellezza… e non ho idea di come abbia fatto. Ho sempre detto che non saro' mai attratto da ragazze che non hanno dei sani principi morali e altri 300 criteri che nemmeno Chuck Norris puo' completare. Pero' ce l'ha fatta. Purtroppo. Mi hanno detto che comunque mi servira' da scuola per il futuro. Poi ricoleggo a un detto che dice che ogni scuola ha il suo prezzo. Si pero' se il costo di imparare a guidare piano sono 1700€ e il costo di imparare a fidarsi soltanto di determinate persone e' un cuore semirotto non ho piu' voglia di imparare. Non capisco come con una citta' cosi' piena di ragazze di tutti i tipi com'e' Lubiana non possa trovarne una che non sia proprio stronza. Ok, forse stronza e' una parola forte, ma rende l'idea.
Ed e' cosi' che persi la voglia di scrivere su questo argomento.
Ho deciso che finche' non ho tempo per pensare ai miei problemi non lo faro'. Mi sono completamente dedicato allo studio e ancora per due settimane non pensero' ad altro. Tranne in questa mezz'oretta che scrivo, perche' devo togliermi dei pensieri dalla testa. Siccome ho un cervello limitato devo buttare fuori dei pensieri per far posto ad altri. Avere un ronzio nella testa (sarebbe il rumore dei pensieri che si sbattono per le pareti e viaggiono da una parte all'altra del cranio) rende impossibile studiare. Rende impossibile pure scrivere un blog. Mi vergogno a leggere quest opost dall'inizio. Credo che lo cancellerei e andrei a dormire.
Era molto piu' semplice scrivere alle superiori. Ti davano un titolo tipo »Sono biondo perche'…«, »Come mi allaccio le scarpe«, »Lettera a Babbo Natale«, »Se Mussolini fosse vivo leccherei il suo…« e tu scrivevi cose a casaccio senza che te ne fregasse molto. Invece ora no. Ora ci tengo a cosa pensano i miei due lettori.


Oggi ho avuto una giornata pessima. Non ho fatto niente di quello che mi ero messo in testa di fare e quando mi sono addormentato questo dopopranzo (dalla noia presumo) ho avuto uno dei peggiori incubi della mia vita. Non riuscivo a svegliarmi e quando ce la facevo mi accorgevo che sto ancora sognando. Tipo inception. Prima dovevo andare a mangiare con quell'anonima e quando tentavo di telefonarle il telefono mi cadeva e avevo mille distrazioni e non riuscivo a telefonarle. Poi finalmente riesco a farlo e mi dice che va a pranzo con Pingo e Burni. E in quel momento mi sveglio la prima volta. Mi pare che l'aspettavo qualche ora e poi ero arrabbiato perche' mi ha dato buca, quindi credo che volevo solo svegliarmi per andarmene (ero confinato nel mio appartamento). Provai a svegliarmi buttandomi contro lo specchio in corridoio dopo una piccola rincorsa. Mi svegliai la seconda volta e vedo Damjan che stava in cucina. Mi alzo e tutto mi sembrava reale. Gli chiesi cosa ci facesse qua ma non mi rispose, ando' in bagno. Lo segui' ma mi sbatte' contro il muro. Iniziai a urlare e mi svegliai una terza volta, deciso a buttarmi oltre la finestra. Quando l'aprii senti' l'autoambulanza che passava e in quel momento mi svegliai davvero. Ero in panico. Mi alzai e vidi l'appartamento tutto buio, proprio come nella parte del sogno in cui c'era Damjan. Andai ad accendere tutte le luci perche' avevo paura che sognassi ancora, ma dopo qualche minuto mi resi conto che l'incubo era finito. Mi ci volle un po' per ammettere a me stesso di aver avuto paura e di aver voluto avere qualcuno al mio fianco che mi tranquilizzasse. Mi ritrovai solo, in un appartamento a 100km da casa, con un'enorme sensazione di solitudine.

Baronce out.