Wednesday 19 January 2011

nono post: Karma. e poi pensieri. e parole. e cazzate.

E' parecchio tempo che regolo la mia vita secondo la regola del karma. Fin'ora ne ho soltanto sentito parlare, ma ora vado a scrivere »karma wiki« su google.
Cosa ne viene fuori?
Karma è un termine d'uso nelle lingue occidentali come forma nominativa del termine sanscrito Kárman (sostantivo neutro; devanāgarī: कर्म; traducibile come "atto", "azione", "compito", "obbligo"; inteso nei Veda come "atto religioso", "rito") che indica presso le religioni e le filosofie religiose indiane, o originarie dell'India, per lo più il principio di "causa-effetto", un principio di concatenazione secondo il quale ogni azione provoca una reazione, vincolando, per alcune di esse, gli esseri senzienti al saṃsāra (il ciclo di morti e rinascite).
Bene, allora non e' che basavo la mia vita su una cosa sentita da Dean e magari non era neppure vera. E' proprio lui che mi ha convinto che questa cosa potrebbe esistere. Sapete bene che sono scettico riguardo a cose simili, essendo ateo e comunque basando i miei credo su cose scientificamente provate e riprovate.
Allora gli ho dato un periodo di prova e ci ho riflettuto parecchio su come, forse, abbia gia’ agito nella mia vita. Ora, siccome non ricordo molto della mia infanzia e nemmeno di cosa ho fatto l’altro ieri, e’ difficile spiegare come mi son convinto che questo “karma” funzioni davvero. Ma oggigiorno baso molte delle mie decisioni su questa teoria dell’azione-reazione, ovvero se fai qualcosa di bene ti succederanno buone cose mentre se fai il bastardo sfruttatore ti crollera’ il mondo addosso. L’ultimo esempio e’ successo proprio oggi, quando, dopo un esame, siamo andati a bere qualcosa con i compagni di classe. Siccome io tardavo un po’ ho dovuto ordinare solo per me e quindi ho ricevuto un conto solo per me. E siccome la tavola era parecchio piena nemmeno si notava il mio bicchiere ormai vuoto e il conto vicino ad esso.
Allora uno dei compagni di classe mi disse di provare a non pagare, siccome avevo chiamato un paio di volte la cameriera ma non mi cagava affatto. Ma non volevo farlo. Seppure il conto era di solo un eruo non volevo fare una cosa del genere. Come mai? Karma.
Ultimamente ho avuto tante di quelle botte di culo che ho paura che prima o poi il Karma mi presentera’ il conto. Dopotutto da una parte da e dall’altra prende, in modo da tenere sempre un’equlibrio. E siccome ultimamente all’universita’ mi va alla grande (per esempio danno degli esami A e B e ricevo proprio quello, in cui ci sono le domande di cui conosco la risposta), un “problema” che avrei dovuto avere causa immonde stupidita’ da parte mia si e’ gentilmente scansato dai maroni e la salute e’ sempre stata buona, ho paura che il fatto che la mia vita sentimentale vada a p’ttane (leggi “in rovina”) non basti piu’ per equilibrare le cose. Spero solo che non succeda qualcosa di grave a me, alla mia famiglia o ai miei amici (voglio sottolineare che non e’ in ordine di importanza, cioe’ non piazzo me al primo posto, e’ solo che mi sembrava che la frase suonasse meglio).
Tornando ai miei vaghi ricordi di come conobbi il Karma, rimembro che Dean mi insegno’ con parecchi esempi della sua vita come questo dovesse funzionare. Ma non capisco perche’ ogni volta mi sembrava che il Karma fosse in debito (e di parecchio) con lui. Dopo parecchi anni in cui non si e’ mosso niente credo che dovrebbe provare a giocare alla lotteria, cosi’ vince qualche milione. E poi diciamoci la verita’: dire che credi nel Karma fa figo. Nessuno sa cosa sia ma suona bene. Per esempio quando incontri una ragazza in discoteca ed esci con lei a parlare, quando le tieni i capelli mentre vomita fa figo dire che credi nel Karma. E’ come dire che sei vegan. Ti rende automaticamente una persona migliore (tratto dal film “Scott Pilgrim vs. The World”).
Tratto da wiki: il termine veganismo (più raramente detto vegetalianismo) indica una dieta e uno stile di vita che esclude l'uso di prodotti di origine animale come cibo e per qualsiasi altro scopo.[1] Gli aderenti (detti vegani o, con prestito dalla lingua inglese, vegan) rifiutano quindi non solo di nutrirsi di carne e pesce, come i vegetariani, ma anche di latte, latticini, uova e derivati, nonché di acquistare e usare prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfruttamento diretto di animali.
Cristo che montagna di cagate. E' solo una moda inventata dall'aristocrazia e portata avanti dall’alta borghesia (che tanto si imitano l’un l’altra) per richiamare attenzione, essere alla moda, fare FINTA di fregarsene degli animali a sto pianeta e in qualche modo fare dei soldi. Come? Beh facile. Ciao, sono Valter (:D) e sono vegan. Ho deciso di raccogliere fondi per la liberalizzazione della mucca in Svezia e vorrei fungere da uomo-immagine. I suoi vicini di casa, i signori Simpson, Griffin, Palmer e Woods (fate finta che siano delle famiglie che vivono in quelle villone tipo in californa...si, proprio quelle che vedi alla tv. Bravo/a) hanno gia’ firmato la petizione e hanno donato alla fondazione una miriade di soldi. E lei no nvuole essere a meno vero?
E’ facile, credetemi. Poi vedi che l’alta borghesia e’ collegata alla bassa borghesia. Si, proprio a quelle famiglie con una moglie tessitrice e il marito operaio. Una di quelle famiglie che vogliono sembrare chissa’ chi, ma che prendono un mutuo per andare in vacanza. Una di quelle famiglie comandate dalla tv e dalla moda (non solo come vestiari, ma come trend... come spiegarmi... da quello che la gente fa. Una famiglia di capre). Tristi come famiglia. Tristissimi. E poi riflettono queste loro ossessioni sui propri figli. E poi abbiamo quello che abbiamo come gioventu’. Il piu’ grande esempio che abbia mai visto di caprismo era a maggio 2010, quando a Lubiana si manifestava contro la legge “Malo delo”, che limita le ore di lavoro e abbassa il massimo che uno studente puo’ guadagnare in un anno. Bene, a quella manifestazione parteciparono in maggior parte alunni della terza e quarta superiore di tutta la Slovenia, che spinti da alcol e gente che gridava dal palco fecero un casino per tutta Lubiana (gettarono anche dei sassi contro il parlamento). Quando andai in centro per incontrare Dean vidi che razza di “ribelli” c’erano li in mezzo. Ora, non voglio generalizzare, ma ho visto a pacchi di ragazzini con capi firmati che io non penserei mai di comprare per via dei prezzi esorbitanti, che vanno a protestare contro una legge che in teoria toglie del denaro a loro. C’e’ cosi’ una mancanza di logica in tutto cio’ che mi da fastidio pensarci a cosa commentare. Ma porca vacca. No, lascio stare che poi mi innervosisco. Ma avete capito come funziona. Propaganda falsa (dicevano che le ore di lavoro erano limitate a un tot a settimana, invece il limite era imposto per tutto l’anno e quel numero di ore alla settimana era il numero delle ore per un anno diviso per 52-il numero di settimane in un anno), offri alcol e una giornata d’assenza giustificata a scuola GRATIS, e poi e’ ovvio che ti daranno ascolto. MA CAZZO, in un momento c’era uno che sul palco diceva di venire da cuba e gridava “hasta la victoria siempre, hasta la victoria siempre, revolucion, revolucion!”. Era di Lubiana -.-‘ . Il che la dice lunga su cosa si poteva pensare l’unico che in mezzo a quella folla andava in giro sobrio. Si, ero io. E’ raro? Beh, fate conto che mentre sti gran rivoluzionari distruggevano il parlamento io ero a lezione. Mi sa che questo la dice lunga.

Boh per ora basta, continuero’ con temi blasfemi e con qualche anno di ritardo nel prossimo post. Per ora statemi bene.

Baronce out.

Monday 17 January 2011

ottavo post: pensieri confusi

Beh, dove cominciare…
E' un anno che non scrivo niente. Sara' perche' avevo con chi parlare tutto questo tempo? Sara' perche' non e' che tutti mi scrivevano perche' volevano leggere un nuovo post? Sara' perche' evidentemente ogni 8-12 mesi ho una crisi mistica?
Non lo so. Fatto sta che e' da una decina di giorni che volevo scrivere qualcosa.
In quasi un anno son successe parecchie cose… anche troppe. Dopo maggio scorso ho lavorato come un pazzo tutta l'estate senza godermela per niente, son riuscito a farmi gentilmente restituire la patente alla modica cifra di 21€/ora e son riuscito a pagare le riparazioni alla moto. E ce ne voleva. Parecchio. Troppo.
Quando scrivo ho sempre l'impressione di parlare con un'amica (anonima), quindi evito sempre di parlare di moto, auto o universita'… ma allora di che parlo? Ah si, di ragazze.
Eh, le mule. Ci son parecchie frasi filosofiche dedicate alle donne. Dalla semplice »non puoi vivere ne con loro ne senza di loro« alle piu' delicate (e qui cito L.Kandus) »ciapila e žbreghila«. In questo periodo ho conosciuto (anzi, ri-ri-ri-conosciuto) una ragazza che mi ha parecchio stravolto i piani fatti per quest'anno, e non c'era nessuna di queste frasi che la potesse descrivere. C'erano periodi che mi sarei dedicato solo a lei, ma purtroppo o per fortuna non era possibile, siccome la faccenda ha avuto un esito negativo (almeno per quanto mi riguarda). In qualche modo mi ha catturato con la sua bellezza… e non ho idea di come abbia fatto. Ho sempre detto che non saro' mai attratto da ragazze che non hanno dei sani principi morali e altri 300 criteri che nemmeno Chuck Norris puo' completare. Pero' ce l'ha fatta. Purtroppo. Mi hanno detto che comunque mi servira' da scuola per il futuro. Poi ricoleggo a un detto che dice che ogni scuola ha il suo prezzo. Si pero' se il costo di imparare a guidare piano sono 1700€ e il costo di imparare a fidarsi soltanto di determinate persone e' un cuore semirotto non ho piu' voglia di imparare. Non capisco come con una citta' cosi' piena di ragazze di tutti i tipi com'e' Lubiana non possa trovarne una che non sia proprio stronza. Ok, forse stronza e' una parola forte, ma rende l'idea.
Ed e' cosi' che persi la voglia di scrivere su questo argomento.
Ho deciso che finche' non ho tempo per pensare ai miei problemi non lo faro'. Mi sono completamente dedicato allo studio e ancora per due settimane non pensero' ad altro. Tranne in questa mezz'oretta che scrivo, perche' devo togliermi dei pensieri dalla testa. Siccome ho un cervello limitato devo buttare fuori dei pensieri per far posto ad altri. Avere un ronzio nella testa (sarebbe il rumore dei pensieri che si sbattono per le pareti e viaggiono da una parte all'altra del cranio) rende impossibile studiare. Rende impossibile pure scrivere un blog. Mi vergogno a leggere quest opost dall'inizio. Credo che lo cancellerei e andrei a dormire.
Era molto piu' semplice scrivere alle superiori. Ti davano un titolo tipo »Sono biondo perche'…«, »Come mi allaccio le scarpe«, »Lettera a Babbo Natale«, »Se Mussolini fosse vivo leccherei il suo…« e tu scrivevi cose a casaccio senza che te ne fregasse molto. Invece ora no. Ora ci tengo a cosa pensano i miei due lettori.


Oggi ho avuto una giornata pessima. Non ho fatto niente di quello che mi ero messo in testa di fare e quando mi sono addormentato questo dopopranzo (dalla noia presumo) ho avuto uno dei peggiori incubi della mia vita. Non riuscivo a svegliarmi e quando ce la facevo mi accorgevo che sto ancora sognando. Tipo inception. Prima dovevo andare a mangiare con quell'anonima e quando tentavo di telefonarle il telefono mi cadeva e avevo mille distrazioni e non riuscivo a telefonarle. Poi finalmente riesco a farlo e mi dice che va a pranzo con Pingo e Burni. E in quel momento mi sveglio la prima volta. Mi pare che l'aspettavo qualche ora e poi ero arrabbiato perche' mi ha dato buca, quindi credo che volevo solo svegliarmi per andarmene (ero confinato nel mio appartamento). Provai a svegliarmi buttandomi contro lo specchio in corridoio dopo una piccola rincorsa. Mi svegliai la seconda volta e vedo Damjan che stava in cucina. Mi alzo e tutto mi sembrava reale. Gli chiesi cosa ci facesse qua ma non mi rispose, ando' in bagno. Lo segui' ma mi sbatte' contro il muro. Iniziai a urlare e mi svegliai una terza volta, deciso a buttarmi oltre la finestra. Quando l'aprii senti' l'autoambulanza che passava e in quel momento mi svegliai davvero. Ero in panico. Mi alzai e vidi l'appartamento tutto buio, proprio come nella parte del sogno in cui c'era Damjan. Andai ad accendere tutte le luci perche' avevo paura che sognassi ancora, ma dopo qualche minuto mi resi conto che l'incubo era finito. Mi ci volle un po' per ammettere a me stesso di aver avuto paura e di aver voluto avere qualcuno al mio fianco che mi tranquilizzasse. Mi ritrovai solo, in un appartamento a 100km da casa, con un'enorme sensazione di solitudine.

Baronce out.

Thursday 13 May 2010

settimo post: distrazioni

nel riflesso degli occhi aveva l'orario dei treni. 13:30 sul binario d2.
erano le 12:20. chissa' cosa l'aveva spinto a presentarsi al cancello cosi' presto.
si perse con lo sguardo mentre guardava il vuoto davanti a se. era seduto su una panchina e fissava un albero di fronte a lui, poco distante. accompagnato dal fruscio del vento e dallo scroscio della pioggia si isolo' in un mondo tutto suo. in poco tempo tutto quello che lo circondava cambio' forma e colore. si ritrovo' in mezzo al mare su una barca di piccole dimensioni. era un desiderio che voleva realizzare da tempo, un sogno nel cassetto. uscire dalla monotonia di ogni giorno per sentirsi libero, li, in mezzo al mare. era un desiderio e come molti altri probabilmente nemmeno questo verra' realizzato. pero' finiva spesso li con i pensieri, tra il blu del mare sotto e l'azzurro del cielo sopra. un mondo che non conosceva. lo chiamava "il suo posto felice", quando confidandosi con i colleghi in ufficio parlava delle vacanze mai vissute. tutto per tenere testa a quei quattro sfigati che mettono il mutuo alla casa per poter andare in vacanza con la famiglia e qualche amante. si sentiva squallido in quei momenti. ma non voleva essere soggetto agli sfotto' dei colleghi. teneva un basso profilo: non voleva essere ne di lodi ne di rimproveri. era una persona molto timida e chiusa in se stessa. viveva da solo in un monolocale poco fuori dal centro. la vita non lo soddisfava, era chiuso in un ufficio otto ore al giorno. certo, la busta paga era ottima, ma una grande percentuale andava quasi direttamente al suo strizzacervelli. lo pagava per sentire i suoi problemi. probabilmente anche lo psichiatra doveva sfogarsi con qualcuno, perche' erano 3 anni ormai che lui gli raccontava sempre le stesse cose.
un treno gli passo' davanti e torno' nel mondo reale. si alzo' di scatto. chissa' quanto tempo era rimasto con lo sguardo fisso nel vuoto. controllo' l'ora. erano passati 7 minuti.
rattristito si risedette. si mise a riflettere su come la sua mente lo prenda in giro. una volta, quando era triste, gli bastava pensare al suo "posto felice" per avere la forza di sorridere. ora invece la monotonia della sua vita gli aveva intaccato pure i pensieri piu' belli e stava per divorarlo da dentro, cominciando dalla sua anima. digrigno' i denti, convincendosi che prima o poi tutto cambiera' e tornera' a vivere in campagna.
per un momento si guardo' intorno spaesato. i pensieri lo avevano disorientato. si guardo' intorno e rimembro' di aspettare lei. un sorriso apparve sulla sua bocca. il contorcimento dei muscoli delineo' un'espressione da ebete sulla sua faccia: ne era innamorato.
il treno si fermo'. erano le 13:35. si alzo' e comincio' a camminare verso il vagone 4. lei scese. il loro sguardo si intreccio'. lui non capiva piu' nulla. il suo sguardo non vedeva nient'altro che lei, i suoi occhi verde smeraldo, i suoi capelli biondi che volavano liberi nell'aria, mentre correva nella sua direzione. senza dire una parola i due si abbracciarono, come due innamorati che si aspettavano da anni. nella libidine del momento non si accorse che l'uomo dietro di lui gli puntava una pistola. "lascia la ragazza e metti le mani in alto" urlava a squarciagola, mentre le gambe gli tremavano. si giro' incredulo alla scena che gli si presento' davanti. il poliziotto gli puntava la pistola, mentre un suo collega aveva aperto la valigietta che l'uomo scordo' sulla panchina. era piena di cocaina. "hai finito di vendere questa merda per le strade, schifoso!" gli urlavano contro. lui non capiva, non sapeva cosa dire o come reagire. lo amanettarono, e mentre lo portavano via gli sembrava di vivere un incubo. quella valigietta non era la sua, lui era un normale impiegato bancario, non uno spacciatore. non voleva finire in prigione, e divincolandosi dall'agente e con le mani ancora ammanettate dietro la schiena si butto sul binario d1, dove un treno stava arrivando. sbatte' la testa sulle rotaie. vide le grosse ruote d'acciaio avvicinarsi sempre di piu', tra la confusione generale e le urla dei due poliziotti. il treno si avvicinava a una velocita' inaspettata. stava arrivando, oramai era a pochi metri. eccolo: sentiva gia' l'odore dell'ultimo momento di vita. era a un passo dal treno quando le luci si spensero e tutto intorno a lui era buio.
in sottofondo sentiva una musica. non riusciva a distinguere bene le parole, ma gli pareva conosciuta. il volume aumento'. qualcosa lo stava scrollando mentre lui non capiva chi o cosa stesse provocando quella confusione.
apri' gli occhi. vide il suo ocmpagno di stanza che lo stava toccando su una spalla con in mano il cellulare. ritorno' al mondo reale. spense la sveglia, si guardo' intorno e capii di essere nella sua stanza da letto. per qualche minuto fisso' incredulo il compagno di stanza mentre lui rideva all'espressione della sua faccia. era ora di svegliarsi e di andare a lezione. "bel modo di cominciare la giornata" penso'.





fine. mi scuso per gli errori. forse un giorno rileggero' tutto e rimediero'. per ora...
baronce out

Thursday 6 May 2010

sesto post: sono rimasto senza pa...role

"volevo scrivere un post che vi lasci a bocca aperta. ma io sono scemo; molto scemo".

dunque inizio a scrivere questo post non avendo la minima idea di come riempire lo spazio vuoti di questo foglio.
sono le 19 passate del 6.5.2010, e fin qui tutto bene. oggi dovevo svegliarmi alle 6 per andare a lezione, ma causa un grave colpo di fiacca sono stato costretto a dormire fino alle 9. poi sono andato finalmente a lezione.
ultimamente non ho molta voglia di frequentare l'universita' o di stare a lubiana, perche' sono costantemente con la testa altrove. e dire che manca solo un mese agli esami. dovrei convincere me stesso a sforzarmi a studiare ancora questo periodo e poi via, a godersi l'estate.
non vedo l'ora che arrivi. e' vero che non potro' andare dove voglio, ma siccome lavorero' a casa non e' un grande problema. il piano e' di lavorare tutto il giorno, per poi finire la giornata in palestra. poi in mezzo qualche trening di enduro non guasterebbe. appunto per questo dovrei fare gli esami a giugno.

passiamo a temi piu' interessanti.
avete letto la notizia di quel ragazzo sloveno, che nel giorno del progetto "očistimo slovenijo" (puliamo la slovenia) ha trovato una bomba a mano?. beh una settimana dopo questo diciasettenne ha avuto la brillante idea di prendere questa bomba e scaldarla con un'accendino. risultato: perdita di tre dita alla mano sinistra, quella destra gliel'hanno dovuta amputare e probabilmente rimarra' cieco. intervistato il padre dichiara che non e' nuovo a incidenti del genere, perche' avendo 6 figli (di cui due femmine) ha gia' vissuto una tragedia simile quando un'altro dei suoi figli e' scivolato dal tetto di casa sua spaccandosi la schiena e rimanendo paralizzato.
un'altra notizia che mi ha fatto ridere di gusto: il ministro sloveno janez janša, intervistato, dichiara che non gli sembra giusto che la slovenia debba dare 283 milioni alla grecia come aiuto finanziario, perche' loro non hanno nessuna garanzia che i greci li useranno per il fine che hanno promesso (ovvero reinstaurare la calma nelle strade. in piu' dichiara che il governo greco ha dimostrato piu' volte di non mantenere la parola data.
hmmm, mi fa pensare a dove va a finire il nostro danaro quando paghiamo le tasse...
viva l'ipocrisia insomma.

oggi ho avuto, insieme a dei compagni di classe, un'acceso dibattito sulla politica slovena e su come il nuovo sistema cambiera' le cose in questo paese. dopo circa un'ora di forte proteste, argomentazioni e inviti ad andarsene in quel paese, abbiamo deciso di non parlare mai piu' di politica.
uff, che altro?
mi sa che per ora non ho altre idee. o forse ne ho troppe e non so quale scegliere.

baronce out.

Saturday 1 May 2010

quinto post: delirio di un uomo ubriaco

Če v življenju nimaš malo sreče ti, se ti slabo godi… e' cosi' che cantano i 3bote, gruppo della zona carsica slovena. Tradotto: se nella vita non hai un po' di fortuna finirai male. E credo che sia proprio quello che il destino ha in serbo per me… (ma anche in italiano o sloveno… :D)

Sono le 23:58 del 20.4.2010. Mancano due minuti al cinquantacinquesimo compleanno di mia madre, al ventesimo compleanno di un compagno di classe e al ventunesimo compleanno di un caro amico d'infanzia. Mi trovo a Pokljuka, nelle Alpi. Sono andati quasi tutti a dormire e io sono all'aperto vicino al fuoco. Il kres mi sa che quest'anno non e' riuscito, siccome le fiamme sono minime, pero' il tepore della brace mi tiene i piedi al caldo. Sono molto confuso. Sono convinto di aver agito giustamente, man on sono felice. Una volta mi bastava. Mi bastava sapere di essere dalla parte del giusto per essere felice, ma ora a quanto sembra non mi basta.

Vi spiego: tutto comincio' circa 3 anni e mezzo fa. Avevo appena ricevuto la nuova moto, una Kawasaki z750. La moto dei miei sogni. Quindi decisi di mettere l'annuncio su internet per la vendita della Honda cbr 125r, la mia prima moto. Come su ogni annuncio che si rispetti, aggiungo come informazioni numero di telefono e e-mail. Dopo due settimane mi aggiunge su msn una nuova amica. Controllo chi sia e vedo che e’ interessata alla mia moto. Parliamo del piu’ e del meno e parliamo soprattutto della moto. Passano alcuni giorni e cominciamo a parlare anche di altre cose; finiamo per fare amicizia. Ci scambiamo alcune foto. Ricordo che avevo 18 anni, mai avuto una ragazza e quindi ricevere delle attenzioni per me era cosa nuova.

Taglio corto: nei due anni a venire mi dice che le piaccio, lei piace a me. Il problema e’ che viviamo a circa 300km l’uno dall’altro. Lei si mette con un ragazzo della sua zona, io rimango con il solo desiderio di incontrarla e alcune foto. Faccio pure la cazz...ta di mandarle un regalo per il suo compleanno. Capisco che lei e’ impegnata e quindi per forza di cose pian pianino smettiamo di scriverci e quant’altro.

Passa circa un anno e mezzo. Controllando la rubrica scorgo il suo numero e sono molto indeciso se cancellarla o meno. Le dita lavorano in automatico; le mando un sms con dei saluti. Passano alcune ore e io gia’ scordo di averlo fatto, quando ad un tratto leggo la risposta.

Chiacchieriamo un po’, parliamo un po’ di cosa e’ successo nel periodo in cui ci sentivamo. Sento una strana simpatia negli sms. Qualcosa che mi spinge a scriverle cose sempre piu’ belle, sempre piu’ studiate, sempre piu’ sdolcinate, in grado di farla stupire. Non e’ come scrivere a un’amica. E’ qualcosa di diverso, forse e’ flirtare. Le scrivo qualche bella frase, degna dei migliori autori di racconti romantici. La sua reazione sembra positiva. E cosa mi ferma piu’ penserete? In effetti lei ha ancora quest’anno e poi viene a studiare a Lubiana. Cosa mi ferma dal “preparare il terreno”?

Beh, vi diro’, per prima cosa e’ una delle ragazze piu’ belle e uniche che io abbia mai visto; occhi verde rubino, viso sempre sorridente e un carattere molto aperto, molto simpatico e con molta voglia di avventura. E se non bastasse e’ pure intelligente. Ci capiamo alla perfezione. Capisce anche la battuta piu’ difficile, ha il mio stesso modo di pensare. Ho praticamento scoperto la ragazza che fa per me, quel tipo di ragazza che molti cercano per tutta la vita e alcuni finiscono per non trovarla. E chi mi ferma?

Eh, chi mi ferma?

Maledetta morale. Maledetta!

Il problema e’ che passato tanto tempo lei sta sempre con il ragazzo menzionato precedentemente. Io sento che il nostro legame sta per riaffiorire, lei me lo conferma. Ma cosa succede pochi giorni fa?

Ah destino beffardo, ah karma ignobile, ah morale maledetta! Le scrivo che io sento che qualcosa tra noi sta nascendo, e forse non per la prima volta. Le parlo di come credo che e’ una ragazza che meriterebbe conoscere di persona. Il mio discorso prosegue ininterrotto per qualche minuto. Poi arriva la risposta: concorda con il fatto che i sentimenti stanno riaffiorendo e che per non subire ulteriori complicazioni bisognerebbe agire. Mi dice che le piace leggere quello che le scrivo, e forse le piace anche troppo.

Le propongo di finirla qui. O comunque di sentirci quando lei sara’ a Lubiana, cosi’ finalmente potro’ offrirle un caffe’. Tutto succede nei migliori dei modi. Ancora sempre ridiamo e scherziamo. Mi arriva una telefonata e le scrivo che torno subito. Nel mentre sto comunicando al telefono lei scrive qualcosa e se ne va. Offline. Questo e’ quello che ricordero’.

Chiedo parere agli amici piu’ cari. Alcuni concordano e qualcuno si mette contro la mia decisione di lasciare perdere. Io sono fiero di me stesso per aver dato retta alla morale e per non aver messo le mani in quello che non mi appartiene. Sono fiero, si. Una volta bastava a farmi felice, ma ora non piu’.

Vedete, questo periodo dell’anno per me e’ particolarmente speciale da quando avevo 16 anni. A quell’eta venni per la prima volta a Mežakla. Qui non c’e’ la tv e non c’e’ internet. Quella volta decisi di smettere di guardare la tv e queso dura tutt’ora. In questo periodo credo di dare molta retta ai miei sentimenti. In questo periodo dell’anno o vissuto il mio picco di innamoramento e il mio disastro sentimentale (in anni diversi). Quest’aria di montagna mi ha sempre fatto riflettere in modo differente.

Quest’anno purtroppo non sono potuto rimanere una settimana in questo posto magnifico, ma anche in questa unica sera che passero’ ad alta quota voglio dare sfogo ai miei pensieri piu’ nascosti.

Forse e’ il vino che mi fa parlare, ma ho deciso di dare comunque voce al pensiero che continua a battermi in testa e mi dice che non sono felice. Non sono per niente felice, a parte i rari momenti in cui sono in moto, ma di questo ne parlero’ forse in un altro post.

Ultimamente ho visto coppie formarsi e altre separarsi. Invidio un po’ quelle nuove e colpevolizzo un po’ quelle separate, per non aver saputo apprezzare quello che hanno avuto. Da questo ne segue che quello che non hai per te ha una importanza maggiore di quello ke hai. Credo sia normale. Pero’ vedere delle coppie separarsi senza un grave motivo mi fa rattristire, perche’ sembrerebbe che non apprezzavano quello che avevano. Tutti dovremmo apprezzare quello che abbiamo e dovremmo cercare di avere quello che desideriamo. Per questo mi fanno proprio schifo le persone che non sanno farlo (che sia questo un rapporto, dei beni materiali o l’amore di una persona).

Beh, forse in mezzo a questo lungo discorso mi sono perso un po’, ma siccome non rileggo mai quello sche scrivo mi scuso per la perdita del filo del discorso e per gli eventuali errori grammaticali. E’ ora di finire il vino e di andare a dormire.

Buonanotte, e che il destino vi sorrida.

Baronce out.

Wednesday 28 April 2010

quarto post: memorie...vaghe

non ricordo molto di quella sera. credo avessi 16 o 17 anni, eta' in cui erano ancora i miei genitori a portarmi fuori la sera. ricordo che ero un po' nervoso perche' ritardammo perche' mio padre aveva frainteso l'orario. cose di poco conto, e' vero.
arrivai a sicciole, piccolo paese del lungomare sloveno. quella sera c'era la "gasilska veselica", ovvero una festa organizzata credo dal corpo dei pompieri di quel paese. la musica e' molto vivace, seppur campagnola. era la prima volta che andavo a una festa cosi' con i coetanei (di solito ci andavo da piccolo con i miei). arrivai al tavolo dove erano seduti i miei amici e ancora della gente che non conoscevo. al tempo ero molto timido, e quindi difficilmente facevo nuove conoscenze. pero' con il proseguire del tempo lentamente cominciai a parlare con tutti; era l'effetto del vino. dopo un po' di tempo riconobbi a un tavolo poco piu' lontano un'amica, e decisi di andare a salutarla. dopo qualche minuto speso in chiacchiere tornai al mio posto, ma vidi che era occupato. "chi e' sto stronzo?" pensai. mi sembrava di averlo gia' visto da qualche parte, ma non ricordavo dove.
mi sedetti da un'altra parte e continuammo a bere. poi decidemmo di andare a ballare. mi sembrava strano che lui ballasse con dora, siccome non l'avevo mai visto e credevo di conoscere tutti i suoi amici.
la musica fini', perche erano le 3 del mattino e quindi prendemmo ancora qualcosa da bere e ci dirigemmo sopra la collinetta che da sulla piazza. io avevo voglia di musica, quindi tirai fuori il telefonino e cominciai ad ascoltare la mia canzone preferita. al tempo era "Ko Po", dei Zmelkoow. la canzone la trovate qua. mi misi disteso sul prato davanti alla chiesa e cominciai a cantare incurante del fatto che qualcuno mi poteva sentire. a meta' canzone sentii qualcuno sdraiarsi vicino a me. pensavo fosse rudi, un vecchio amico (vecchio lui, non l'amicizia :D), e che voleva controllare che stessi bene (avevo esagerato un pochino con l'alcol). pero' questa persona comincio' a cantare con me. non ci potevo credere. per un momento smisi, ma ricominciai subito e insieme cantammo a squarciagola finche' non fini' la canzone. mi alzai e vidi che quello che cantava con me era "lo stronzo". per fortuna si presento' e cominciai a riferirmi a lui come david. ci sedemmo sulla panchina e cominciammo a parlare del piu' e del meno e gli chiesi che io lo conosco di vista, ma non mi ricordo da dove. poi lui sorrise e mi disse che andavamo nella stessa classe di inglese (da piccolo frequentavo un corso di inglese supplementare, che non c'entrava con la scuola). poi lui comincio' a parlare. non ricordo di cosa, so solo che a meta' racconto cominciai a vomitare. "scusa, non e' il racconto ma e' il vino!" tentai di dire. si mise a ridere.
cosi' conobbi un simpaticone di amico, con cui ho passato l'intera estate a bere bičiklete e mangiare calamari da marička, un ristorante che era diventato il punto di ritrovo preferito dal mio gruppo di amici. ora come ora lo vedo minimo due volte a settimana, quando veniamo a lubiana assieme. e per fortuna che lo vedo, perche' ci divertiamo parecchio insieme.
devo dire che e' una brava persona, ha i suoi giudizi parecchio duri sulla gente pero' e' leale. non giudica mai male senza un motivo valido. ci conosciamo relativamente da poco, eppure ho gia' la sicurezza di poter confidarmi con lui. anche se obiettivamente non lo conosco del tutto. pero' una persona con degli occhioni cosi' non puo' essere meschina. e infatti non ha mai tradito la mia fiducia e sono sicuro che non lo fara' mai.


purtroppo mentre scrivevo ho perso il filo del discorso, perche' sono stato distratto proprio da lui :D
forse' racconta delle storie troppo dettagliate (tipo la sera prima di andare a dormire...) pero' e' una brava persona che sa aprezzare quello che ha.
grazie mille di avere i miei stessi gusti musicali :)

baronce out.

Tuesday 27 April 2010

terzo post: fu cosi'

"oddio, speriamo che sto anno passi presto!". e' cosi' che teo aveva iniziato l'ultimo anno alle superiori. "cominciamo bene" risposi io, quando con uno sguardo scrutai la prof. di italiano, quella donna odiosa. era il 3 settembre, ricordo che il destino decise di far capitare il weekend proprio quando piu' ne avevamo bisogno. fresco dei 18 anni appena compiuti e ancora mezzo sbronzo per la festa entrai nella scuola. mentre chiacchieravo con i compagni di classe vidi entrare un gruppo di ragazzine che sembravano spaventate: capii che era la prima superiore. si notava negli sguardi quella insicurezza e quella paura di scoprire un mondo nuovo.
erano pochi in classe, fate conto che eravamo 46 in tutta la scuola (4 classi). pochi ma buoni si direbbe.
arriva la preside. tutti noi studenti ci sediamo nell'anfiteatro e praticamente ci disponiamo a gruppetti, cosi' si nota subito la distinzione tra le varie classi. la preside inizia con il suo discorso di inizio anno e la sento a malapena: c'e' un qualcosa che mi distrae. non e' teo che mi parla delle sue vacanze, non e' nicola che si lamenta del calore, ma e' una risata. una risata interminabile. una risata che ancora molte volte sentiro' da quella volta ad oggi. e' la sua risata.
riesco a vederla a malapena, quando tenta di trattenersi dal ridacchiare con le amiche. non so perche' ma non riesco a toglierle gli occhi di dosso. mora con le meche bionde, viso furbetto coperto di lentiggini, occhi marroni con dei frammenti verdi e quel labbro che e' qualcosa di particolare. un viso cosi' bello non l'avevo mai visto. gli occhi che sono cosi' profondi che il tuo riflesso si perde nella loro bellezza. avevo sempre preferito gli occhi verdi acqua, ma mi sono dovuto ricredere.
la preside finisce il suo discorso che con molta difficolta' e' riuscita a scrivere e memorizzare, e' ora di andare in classe. mentre la capoclasse parla io guardo in un punto fisso di fronte a me. nemmeno io riesco a seguire i miei pensieri, che si vanno a nascondere nei pensieri piu' folli. dopo poco suona la campanella e abbiamo finito, ora non resta che andare a casa. per fortuna riesco a convincere qualche compagno di classe di fermarci in aula per parlare con la prof. questo mi ha dato modo di poter scrutare la bellezza di quel viso ancora una volta, quando in fretta e furia scendeva le scale. una scena che ancora ora conservo nel cassetto dei pensieri piu' belli. un viso che ancora ora non riesco a dimenticare.
sono passati due anni e mezzo. periodo in cui il nostro rapporto e' passato dal me correrle dietro a una stabile amicizia. un rapporto basato sul divertimento, sulle battute e sulle prese in giro, tutto con l'unico scopo di ridere; un rapporto che pero' e' basato anche sulle confidenze. ricordo ancora quella notte in cui presi paura, quando a notte tarda ricevetti una telefonata. per fortuna stavo studiando, per cui ho anche trovato modo di rispondere e aiutare.
e' una persone tra le piu' care con le quali ho circondato la mia vita, una persona che decisamente meriterebbe molto di piu' di quello che ha. una persona che vorrei aiutare molto piu' di quanto lo faccia adesso. vorrei trovare un modo per farla stare meglio, per darle un po' di stabilita' e felicita'. persone come lei se lo meritano.
grazie.

baronce out