Tuesday 27 April 2010

terzo post: fu cosi'

"oddio, speriamo che sto anno passi presto!". e' cosi' che teo aveva iniziato l'ultimo anno alle superiori. "cominciamo bene" risposi io, quando con uno sguardo scrutai la prof. di italiano, quella donna odiosa. era il 3 settembre, ricordo che il destino decise di far capitare il weekend proprio quando piu' ne avevamo bisogno. fresco dei 18 anni appena compiuti e ancora mezzo sbronzo per la festa entrai nella scuola. mentre chiacchieravo con i compagni di classe vidi entrare un gruppo di ragazzine che sembravano spaventate: capii che era la prima superiore. si notava negli sguardi quella insicurezza e quella paura di scoprire un mondo nuovo.
erano pochi in classe, fate conto che eravamo 46 in tutta la scuola (4 classi). pochi ma buoni si direbbe.
arriva la preside. tutti noi studenti ci sediamo nell'anfiteatro e praticamente ci disponiamo a gruppetti, cosi' si nota subito la distinzione tra le varie classi. la preside inizia con il suo discorso di inizio anno e la sento a malapena: c'e' un qualcosa che mi distrae. non e' teo che mi parla delle sue vacanze, non e' nicola che si lamenta del calore, ma e' una risata. una risata interminabile. una risata che ancora molte volte sentiro' da quella volta ad oggi. e' la sua risata.
riesco a vederla a malapena, quando tenta di trattenersi dal ridacchiare con le amiche. non so perche' ma non riesco a toglierle gli occhi di dosso. mora con le meche bionde, viso furbetto coperto di lentiggini, occhi marroni con dei frammenti verdi e quel labbro che e' qualcosa di particolare. un viso cosi' bello non l'avevo mai visto. gli occhi che sono cosi' profondi che il tuo riflesso si perde nella loro bellezza. avevo sempre preferito gli occhi verdi acqua, ma mi sono dovuto ricredere.
la preside finisce il suo discorso che con molta difficolta' e' riuscita a scrivere e memorizzare, e' ora di andare in classe. mentre la capoclasse parla io guardo in un punto fisso di fronte a me. nemmeno io riesco a seguire i miei pensieri, che si vanno a nascondere nei pensieri piu' folli. dopo poco suona la campanella e abbiamo finito, ora non resta che andare a casa. per fortuna riesco a convincere qualche compagno di classe di fermarci in aula per parlare con la prof. questo mi ha dato modo di poter scrutare la bellezza di quel viso ancora una volta, quando in fretta e furia scendeva le scale. una scena che ancora ora conservo nel cassetto dei pensieri piu' belli. un viso che ancora ora non riesco a dimenticare.
sono passati due anni e mezzo. periodo in cui il nostro rapporto e' passato dal me correrle dietro a una stabile amicizia. un rapporto basato sul divertimento, sulle battute e sulle prese in giro, tutto con l'unico scopo di ridere; un rapporto che pero' e' basato anche sulle confidenze. ricordo ancora quella notte in cui presi paura, quando a notte tarda ricevetti una telefonata. per fortuna stavo studiando, per cui ho anche trovato modo di rispondere e aiutare.
e' una persone tra le piu' care con le quali ho circondato la mia vita, una persona che decisamente meriterebbe molto di piu' di quello che ha. una persona che vorrei aiutare molto piu' di quanto lo faccia adesso. vorrei trovare un modo per farla stare meglio, per darle un po' di stabilita' e felicita'. persone come lei se lo meritano.
grazie.

baronce out

No comments:

Post a Comment